Potrei descrivere il mio lavoro come la creazione di atmosfere, che circondano i corpi, li attraversano e interagiscono con essi. Sono interessata a creare situazioni che si collocano in contesti socio-culturali e psico-fisici specifici, lavorando anche con elementi temporali ed effimeri. Questo modo di procedere mi ha portato a soffermarmi negli spazi residuali dove i poteri istituzionali, la pervasività dei media e le politiche neoliberali incontrano la politica degli affetti.
Rebecca Moccia è nata a Napoli nel 1992. Vive e lavora a Milano.
Nella sua pratica transdisciplinare esplora la materialità degli stati percettivi ed emotivi che possono scaturire da determinate caratteristiche dello spazio fisico e sociale.
Tra il 2013 e il 2018, con la serie Un linguaggio inaudito, lavora sulle dinamiche di genere presenti nella lingua italiana, indagandone relazioni segniche e semantiche.
Con “Coraggio” nel 2017 esprime un “manifesto generazionale” (Sergio Risaliti, 2020). Un’opera composta semplicemente da smalto bianco e pioggia, tracciata sul tetto di Milano, la cui sostanziale invisibilità (l’opera non è visibile dalla strada ma solo dall’alto) rivela la vulnerabilità che coesiste insieme al coraggio in ogni atto di rivendicazione.
Da qui tutto bene (2019) è il progetto site-specific realizzato per il loggiato del Museo del Novecento di Firenze: nel complesso monumentale delle Ex Leopoldine, originariamente destinato alla lettura, alla meditazione e al confronto silenzioso, l’artista riflette con sulle contraddizioni del nostro tempo, tra la promiscuità del reale e la sua rappresentazione.
Tra il 2020 e il 2021 è stata artist fellow presso Castro projects (Roma), artista in residenza presso Casa degli Artisti (Milano) e vincitrice di “Cantica21” – promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Cultura – per una nuova produzione e acquisizione destinata alla collezione del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal titolo Rest your eyes.
Nel 2021 ha ricevuto il grant di ricerca internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council, con il progetto Ministero della Solitudine realizzato in collaborazione con Outset England, Jupiter Woods, Magazzino Italian Art, Ambasciata Italiana a Tokyo, Nanzan University, Fondazione ICA Milano e che ha previsto residenze a Londra, New York e Nagoya nel corso del 2022.
Il progetto, un’indagine sulla solitudine e la sua politicizzazione nella società contemporanea, è culminato nella mostra personale omonima a cura di Chiara Nuzzi presso Fondazione ICA Milano a cui è seguita una pubblicazione monografica co-edita da Humboldt Books, grazie al sostegno di Outset Partners Grant.
Nel 2022 Rebecca Moccia ha vinto inoltre il premio ArteVisione, promosso da Careof, per sostenere le ricerche più innovative nel campo dell’immagine in movimento, e nel 2023 l’OGR Award, promosso da Fondazione CRT nell’ambito di Artissima fair, dedicato ad artisti che esprimono nel proprio lavoro una speciale attitudine a confrontarsi con le nuove tecnologie.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali, collettive e screening presso: Fondazione ICA Milano, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; International Short Film Festival Oberhausen, Oberhausen; Fondazione Prada, Milano; Jupiter Woods, Londra; Istituto Italiano di Cultura, Bruxelles; Museo Novecento, Firenze; Toast Project Space Firenze; The Open Box, Milano;; MACRO Testaccio, Roma; Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova; tra le altre.
Oltre ad aver realizzato progetti educativi e workshop per numerose istituzioni tra le quali: Pirelli HangarBicocca, Milano; Università degli Studi di Pavia; IED Istituto Europeo di Design, Roma; Manifattura Tabacchi, Firenze; Nanzan University, Nagoya.
Rebecca Moccia è tra i membri fondatori di AWI – Art Workers Italia.