Il mio lavoro si concentra sull’individuo. Recuperare la propria intima soggettività che può anche diventare contributo alla collettività. Creo teorie immaginarie che traduco in linguaggio attraverso diversi media.
David Reimondo è nato a Genova nel 1973. Vive e lavora a Milano.
Dopo le prime esperienze genovesi nella video documentazione, a metà anni ’90 studia a Roma diplomandosi in regia cinematografica iniziando a lavorare sui set cinematografici e di videoclip musicali.
Nel 2000 si trasferisce a Londra dove approfondisce sempre di più il suo lavoro nelle arti visive. Lo sviluppo di queste ricerche lo condurrà alle sue prime mostre. Dal 2002 al 2004 lavora in qualità di freelance nella sede londinese della RAI con mansione di assistente alla camera e fonico.
Il lavoro di Reimondo s’incentra sull’essere umano e fin dall’inizio si pone cinque tematiche di ricerca da sviluppare progressivamente nel tempo: “Anime”, “Cellule”, “Corpo”, “Pensiero” e “Interazione”.
Dal 1996 inizia i suoi primi esperimenti sulla tematica delle “Anime” che lo impegnerà fino al 2000. Nel 1999, senza abbandonare la precedente, intraprende il nuovo percorso sulle “Cellule”, fino al 2003.
I primi lavori sul “Corpo” iniziano, invece, nel 2000, andandosi a consolidare e sviluppare fino al 2010. In questo periodo collabora con numerose gallerie, tra le quali Di Meo (Parigi) e Gian Enzo Sperone (Sent).
È il 2010 l’anno che vede l’inizio del nuovo capitolo dedicato al “Pensiero”, attualmente ancora in corso. Etimografia, Le parole che non esistono e Cromofonetica sono i tre campi d’indagine compresi in questo tema di ricerca.
Nell’Etimografia – neologismo creato dell’artista – Reimondo compie un complesso esercizio di de-addestramento culturale verso una tabula rasa linguistica che lo ha condotto a inventare un nuovo sistema segnico e fonetico. Ogni grafema possiede un suo corrispettivo sonoro, un fonema, e il tutto riconduce a un significato specifico, a nuovi “strumenti di comunicazione”.
In Le parole che non esistono l’artista ha fatto calcolare ad un computer le possibili combinazioni tre le 26 lettere dell’alfabeto latino arrivando ad un massimo di 26 lettere consecutive. Ha poi escluso le parole esistenti utilizzate dalle lingue che si servono di tale alfabeto componendo dei grandi volumi ciascuno custode di 1000 pagine e 2000 facciate scritte dove nell’ultimo vi sono racchiuse le parole composte da 26 lettere.
Il terzo sviluppo del “Pensiero” è la Cromofonetica in cui Reimondo inventa un nuovo modo di scrivere e chiamare foneticamente i colori. Da questo giunge anche a un ulteriore sviluppo, una “cromo-morfo-fonetica”, dove colore e suono lavorano per definire una forma.
“Il mio lavoro si concentra sull’individuo. Recuperare la propria intima soggettività che può anche diventare contributo alla collettività. Creo teorie immaginarie che traduco in linguaggio attraverso diversi media“. D. Reimondo
Fra le principali mostre personali ricordiamo: Museo Novecento, Firenze (2019); Mazzoleni, Torino (2019); Teatro Filodrammatici di Milano (2018); The Open Box, Milano (2017); Di Meo Gallery (2010); Gian Enzo Sperone Gallery, Sent (2009).
Tra le numerose esposizioni collettive cui il lavoro dell’artista ha preso parte ricordiamo: Opera pubblica permanente a Peccioli, Pisa (2021); Galleria d’Arte Moderna di Torino, Torino (2020); Palazzo Palmieri, Monopoli (2017); The Open Box, Milano (2017); Unicredit Pavilion, Milano (2015); Fondazione Piero Manzoni, Milano (2014); Musée Hotel des Arts, Tolone, Francia (2013); CoCA Centro d’Arte Contemporanea Znaki Czasu, Toruń, Polonia (2012); Winzavod Centre for Contemporary Art, Mosca (2011); 2nd Malindi International Biennale of art, Kenya (2008); 9th Cairo International Biennale, Egitto (2003); Seconda Biennale Méditerranéenne des Arts de Tunis (2002).
Nel 2013 vince il Premio Terna 05 con l’opera Poesia di 3 metri: io e gli altri.