Io sono stato letteralmente conquistato dalla pittura: è qualcosa che mi da spazio, che mi apre conoscenze, idee
Nato nel 1947 a Leonforte, in provincia di Enna, Salvo (Salvatore Mangione) passa la sua infanzia in Sicilia prima che la sua famiglia si trasferisse a Torino nel 1956. Qui esprime un precoce interesse per l’arte, quando a soli 16 anni partecipa alla 121a Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti, con un disegno da Leonardo.
Al termine degli anni ‘60, Salvo si avvicina agli artisti concettuali americani Joseph Kosuth, Robert Barry e Sol Lewitt. Presto il suo lavoro inizia a delineare le tematiche che in seguito saranno parte essenziale della sua ricerca: la ricerca dell’io, l’autocompiacimento narcisistico, il rapporto con il passato e con la storia dell’arte. Questi temi diventano evidenti negli anni ‘70, con la serie Autoritratti, 12 fotomontaggi in cui Salvo applica il suo volto sopra immagini prese dai quotidiani.
Contemporaneamente, Salvo produce lapidi in marmo sulle quali incide parole o frasi, come Idiota e Respirare il padre. È importante notare che nonostante questi lavori siano creati all’interno del contesto dell’Arte Povera, le loro connotazioni monumentali e archaiche trascendono questo movimento, rivelando un punto di vista unico anticipando quello che vedremo nei suoi lavori successivi.
Gli anni ‘70 sono un decennio decisivo per Salvo. Testimoniano il suo ritorno alla pittura con tecniche tradizionali e la sua mostra personale alla John Weber Gallery’, New York 1973. Nel 1974, altre mostre celebrano il suo lavoro, come Painting and Sculpture Today, 1974, all’Indianapolis Museum of Art; e Projekt 74. Kunst bleibt Kunst. Aspekte Internationaler Kunst am Anfang der 70er Jahare organizzata dalla Kunsthalle di Colonia.
Dal 1976 lavora a una serie di paesaggi semplificati costituiti da colori brillanti, rappresentazioni di rovine architettoniche e scorci con colonne classiche. Queste opere sono particolarmente notevoli grazie alla maestria con cui Salvo rende la luce naturale, con ogni lavoro che presenta realisticamente le caratteristiche dell’aurora, del giorno, del tramonto e della notte.
Questi paesaggi diventano I suoi lavori più noti e tra il 1982 e il 1983 ottiene una grande notorietà in Europa, con mostre retrospettive tenute a Gand, Lucerna e Lione. Viene invitato a partecipare a esposizioni di grande calibro, come documenta 5 nel 1972, e la Biennale di Venezia nel 1976 e 1984.
In seguito a questo successo, espone regolarmente in Italia (Milano, Genova e Roma) e all’estero (New York, Stoccarda, Monaco e Colonia).
Oggi I lavori di Salvo si possono ammirare in prestigiose collezioni internazionali, come quelle del MoMA, New York, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino e Museo del Novecento, Milano.
Salvo muore a Torino nel 2015. La sua ultima opera, postuma, è del 1970, una lapide che riportava la scritta ‘Salvo è vivo’ viene capovolta rivelando ‘Salvo è morto’.