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Enrico Castellani

Le mie superfici in tela o laminato plastico o altro materiale…sono il riflesso di quello spazio interiore totale, privo di contraddizioni, cui tendiamo e pertanto esistono la durata di un atto di comunione.

Enrico Castellani nasce il 4 agosto 1930 a Castelmassa, in provincia di Rovigo.
Nel 1952, terminati gli studi scolastici a Novara e Milano, si trasferisce a Bruxelles e frequenta i corsi di pittura e scultura presso l’Académie des Beaux Arts.
Nel 1956 si laurea in architettura all’École Nationale Superieure de la Cambre.
Conclusi gli studi, torna a Milano, dove ha occasione di lavorare nello studio di architettura di Franco Buzzi con il quale collaborerà fino al 1963. Negli stessi anni espone per la prima volta presso la Galleria Pater e il Prisma di Milano. Sono gli anni in cui conosce Piero Manzoni, cui sarà legato da una profonda amicizia, Agostino Bonalumi e Lucio Fontana.
E’ il 1959 quando realizza la sua prima opera a rilievo.
Nello stesso anno, insieme a Manzoni, prende parte alle attività del gruppo di artisti conosciuti come “Zero” o “Nul” e fonda la Galleria Azimut con sede in Via Clerici, 12 a Milano. Contemporaneamente all’apertura della galleria, Castellani e Manzoni danno vita alla rivista “Azimuth” che vedrà l’uscita di due pubblicazioni, la prima realizzata a dicembre, caratterizzata da contributi e immagini di opere di artisti selezionati dai fondatori stessi, mentre la seconda edizione viene pubblicata a gennaio del 1960 in occasione della mostra “The new artistic conception”, in cui sono esposto le opere di Breier, Castellani, Holweck, Klein, Mack, Manzoni e Mavignier, con un testo critico di Castellani intitolato “Continuità E Nuovo”.

Tra il 1960 e il 1962 Castellani avrà modo di esporre le sue opere nella Galleria Azimut mentre con Manzoni esporrà presso la galleria la Tartaruga di Roma e la Galerie Aujord’hui di Bruxelles.
Dal 1963 Castellani realizza svariate personali in Italia e all’estero tra cui si ricorda l’esposizione presso la Galleria dell’Ariete a Milano, la presenza nel 1964 alla Biennale di Venezia, la partecipazione al Guggenheim International Award di New York e nel 1965 l’esposizione di una sua “Superficie bianca” al MoMa di New York come parte della mostra internazionale “The Responsive Eye”.
Nel 1966 riceve il premio Gollin grazie all’esposizione a lui dedicata alla Biennale di Venezia.
Vive e lavora per un periodo negli Stati Uniti, dove realizza alcune opere che in seguito saranno esposte in una personale alla Betty Parson Gallery di New York.
Nel 1967 realizza l’Ambiente bianco alla mostra “Lo spazio dell’immagine
” di Foligno. Il visitatore è immerso in una pittura 
a 360 gradi avvolto dalle quattro pareti ricoperte dai monocromi. Alla Galleria La Tartaruga di Roma nel 1968 viene presentato Il muro del tempo, nel 1969 Spartito e nel 1970 Obelisco e realizzata la mostra “Vitalità del negativo nell’arte italiana” al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
In seguito ad un periodo trascorso in Svizzera, nel 1973 Castellani ritorna in Italia e si stabilisce a Celleno, una piccola città in provincia di Viterbo. Qui continua a realizzare i suoi lavori e a esporre nelle principali gallerie e nei più importanti musei nazionali e internazionali: nel 1981 “Identité Italienne. L’art en Italie depuis 1959” al Centre Pompidou di Parigi, nel 1983 “Arte Programmata e cinetica 1953-1963” a Palazzo Reale di Milano, nel 1994 “The italian metamorphosis” al Salomon R. Guggenheim Museum di New York, nel 2001 l’importantissima mostra antologica curata da Germano Celant e allestita alla Fondazione Prada di Milano e quella curata da Bruno Corà presso il Museo Pushkin di Mosca.
Tra le esposizioni più recenti si ricordano l’esposizione presso la galleria Haunch of Venison di New York nel 2009 e nel 2011. Nel 2011 le sue più recenti opere vengono presentate nuovamente a New York, sempre negli spazi di Haunch of Venison, che per l’occasione espone per la prima volta negli Stati Uniti il celebre Ambiente bianco. L’anno successivo, con GünterUecker, espone alla Ca’ Pesaro. Galleria Internazionale d’Arte Moderna, a Venezia, mostra che sarà poi riproposta nel 2013 presso il MAM Musée d’Art Moderne, Saint-Étienne. Ancora nel 2013 la genesi del lavoro di Castellani è ampiamente documentata nella rassegna Azimut/h. Continuità e nuovo, allestita alla Peggy Guggenheim Collection, a Venezia, seguita dalla grande mostra ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s-60s, curata da Velerie Hillings al Guggenheim Museum di New York. Il suo lavoro è presentato anche nell’esposizione Local History: Enrico Castellani, Donald Judd, Frank Stella, alla Dominique Lévy Gallery, sia a New York sia a Londra. Enrico Castellani ha vissuto e lavorato a Celleno, fino ai suoi ultimi giorni. Muore il 1 dicembre 2017.

Fonti:
Germano Celant, Enrico Castellani, Fondazione Prada Milano, 2001
Enrico Castellani. Catalogo Ragionato, a cura di Renata Wirz e Federico Sardella, Skira 2012
La concretezza ritmica dell’infinito. Enrico Castellani. Catalogo della mostra a cura di Francesco Poli, Galleria Mazzoleni, Torino 2013

Gallery

Enrico Castellani, 1930-2017
Superficie Blu, 2005
Acrylic on canvas
50 x 40 cm - - 19 3/4 x 15 3/4 in
Enrico Castellani, 1930-2017
Superficie Gialla, 2014
Acrylic on shaped canvas
40 x 50 cm - - 15 3/4 x 19 3/4 in
Enrico Castellani, 1930-2017
Superficie in alluminio, 2006
Enamelled aircraft aluminium high relief
78 x 78 cm
Enrico Castellani, 1930-2017
Superficie bifronte in alluminio, 2008
Enamel on double sided cast aluminium
58.5 x 58.5 x 6 cm Base: 8.5 x 69 x 18.5 cm

Publication

Superficie Bianca, 2008
100 x 100 cm

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