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Rebecca Moccia. Ministry of Loneliness

Vincitrice nel 2021 del Grant di ricerca internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council, negli ultimi 3 anni, Moccia ha esplorato, con Ministry of Loneliness, lo stato emotivo della solitudine inteso in senso collettivo e politico, nel tentativo di comprenderne cause e possibili strategie di riscatto.

What if loneliness was a political issue,
rather than an individual one?
A collective feeling.
By directing pain toward its actual cause,
Could we turn it into a tool of struggle? 
(frammento dallo script del video Ministries of Loneliness)

Partendo dall’esplorazione del Ministero della Solitudine (Ministry of Loneliness) – istituito nel 2018 nel Regno Unito e replicato nel 2021 in altri Paesi come Canada e Giappone – Ministry of Loneliness è un’installazione multimediale che sviluppa una riflessione sulle strutture politiche e sociali che danno forma allo stato emotivo della solitudine e alla sua percezione nella società contemporanea.
Ministry of Loneliness è dunque un progetto di ricerca che esplora il tema della solitudine e della sua politicizzazione nella società contemporanea e si è svolto attraverso residenze, workshop e installazioni site-specific in collaborazione con Outset England, Jupiter Woods (Londra), Magazzino Italian Art (Cold Spring, New York), Ambasciata d’Italia a Tokyo, Fondazione ICA Milano e Careof (Milano).

Installation view, Rebecca Moccia. ‘Ministry of Loneliness. Premises’ at Jupiter Woods, London, 2022. Photo: Todd-White Art Photography. Courtesy: the Artist, Mazzoleni London - Torino.

Punto di partenza della poetica di Moccia è la convinzione che, contrariamente a quanto sostiene da sempre il pensiero occidentale, i sentimenti e gli stati d’animo non provengano esclusivamente
dal sé, dalla parte più intima e soggettiva di ciascuno di noi, ma che siano determinati da elementi e fattori esterni che risultano in parte dalle qualità e tipologie degli specifici spazi e dalle condizioni circostanti che caratterizzano il nostro vissuto: i sentimenti non hanno dunque una componente esclusivamente soggettiva.
La ricerca mette pertanto in relazione la solitudine con il nostro sistema politicoeconomico, concentrandosi su come le strutture politiche e sociali modellino questo particolare stato emotivo e la nostra percezione di esso. Uno stato emotivo talmente endemico e condiviso da poter potenzialmente rappresentare uno strumento di empowerment per la collettività.

Rebecca Moccia, b. 1992
Cold as you are (Alexandra road estate), 2022
Thermal picture printed on on Hahnemühle cotton paper
48.3 x 32.9 cm - - 19 x 13 in
Rebecca Moccia, b. 1992
Cold as you are (Pub in London), 2022
Thermal picture printed on Hahnemühle cotton paper
48.3 x 32.9 cm - - 19 x 13 in

Video

– I think there’s a pain somewhere in the room, said Mrs Gradgrind,
but I couldn’t positively say that I have got it.
(Charles Dickens, Hard Times)

Per l’artista, luoghi e momenti portano con sé particolari atmosfere ed emozioni spazializzate che non appartengono ad un soggetto, ma provengono dall’esterno, da quell’ambiente e dalla sua particolare atmosfera.
A partire da questo presupposto anche la ricerca di Moccia sulla Solitudine si è concentrata su come questo stato emotivo e la sua percezione nella società contemporanea venga formato dalle strutture politiche e sociali in cui viviamo. Differentemente dall’opinione comune e dalla retorica pandemica, nelle opere di Rebecca Moccia e nella sua ricerca, la solitudine emerge non come un problema psicologico del singolo ma come un sentimento condiviso e collettivo che permea le società occidentali.

La serie Loneliness Scales, opere in ceramica, appositamente concepite per la mostra all’ICA Milano del 2023, danno forma fisica a una serie di workshop condotti dall’artista negli ultimi due anni in diversi contesti, a partire dall’utilizzo della UCLA Loneliness Scale, uno strumento sviluppato dall’Università della California nel 1978 per valutare il livello di solitudine di un determinato soggetto, e che ancora oggi viene utilizzato da governi e commissioni per quantificare e definire, a livello scientifico ed economico, l’impatto della solitudine sugli individui.
Durante i workshop, spesso tenuti in contesti istituzionali presso i quali Moccia ha svolto diversi stage e residenze nell’ambito di questa ricerca, tra cui Jupiter Woods a Londra, Magazzino Italian Art a New York e Nanzan University a Nagoya, in Giappone, l’artista ha costruito una vera e propria cabina elettorale, invitando il pubblico a compilare le schede di valutazione alle quali di tanto in tanto aggiungeva nuove domande per evidenziare l’assurdità metodologica del sistema.

Rebecca Moccia, b. 1992
Loneliness Scales, 2023
decal and graphite on ceramic
30 x 22 x 1.5 cm each - - 11 3/4 x 8 5/8 x 5/8 in

I questionari debitamente compilati, raccolti da Moccia durante i workshop, sono stati successivamente stampati su lastre di ceramica con la tecnica della decalcomania.
Le opere rispondono così all’esigenza dell’artista di materializzare e monumentalizzare le scale della solitudine, ed esprimono anche la volontà di dare forma scultorea non ai documenti raccolti, ma alle persone stesse, alla loro emotività, permanenza e fragilità.

Rebecca Moccia, b. 1992
Cold as you are (Hudson Line), 2022
Thermal picture printed on Canson cotton paper mounted on aluminium
93.3 x 140 cm - - 36 3/4 x 55 1/8 in
Rebecca Moccia, b. 1992
Cold as you are (Portrait of Professional Cuddler), 2022
Thermal picture printed on Canson cotton paper mounted on aluminium
46.7 x 70 cm - - 18 3/8 x 27 1/2 in Edition of 1 plus 1 artist's proof (AP 1/1)

Nel 2023, tre nuove opere site-specific sono state presentate alla Fondazione ICA di Milano e alla Galleria Mazzoleni di Torino: il non-fiction film Ministries of Loneliness (presentato al prestigioso International Short Film Festival Oberhausen e vincitore del premio ArteVisione di Careof Milano, 2022) insieme alla nuova installazione site-specific How often do you feel heard e al grande arazzo Un corpo che si infiamma, realizzato in collaborazione con Giovanni Bonotto e vincitore del premio A Collection ad ArtVerona2022.

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