Mazzoleni a Frieze Seoul

La presentazione si apre con l’omaggio a Lucio Fontana, al quale recentemente è stata dedicata la mostra inaugurale del Sorol Art Museum, in Corea del Sud, presentate in dialogo con quelle di Fausto Melotti. Il legame tra Fontana e Melotti, iniziato nel 1928 quando entrambi erano studenti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, sotto la guida dello scultore Adolfo Wildt, li avvicinò non solo nell’amicizia, ma soprattutto nelle tangenze della loro pratica artistica, come testimoniano le rispettive ricerche sullo spazio e la geometria. I buchi e i tagli di Fontana perforano la superficie, aprendo una nuova dimensione dietro la tela, che è sia uno spazio reale, liberato dalla sua lacerazione, che uno trascendente, accessibile attraverso l’immaginazione. Le sculture di Melotti, d’altra parte, rispondono al movimento e alle vibrazioni, creando nuovi spazi attraverso le interazioni con l’ambiente circostante.

Ispirati dal lavoro di Fontana, Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani hanno continuato l’esplorazione per superare i concetti convenzionali di pittura. Ogni opera di Bonalumi nasce da un dialogo tra pressioni interne e resistenze esterne con cui la superficie della tela si oppone. Blu (1979) esemplifica alcune delle tele estroflesse più note di Bonalumi, che attraverso la disposizione di diversi materiali sul retro della tela, si estendono nella terza dimensione, invadendo lo spazio dello spettatore. Come Bonalumi, il lavoro di Castellani si concentra sugli aspetti scultorei della costruzione di un dipinto e sulla sua trasformazione da una superficie bidimensionale monocromatica a un oggetto fisico.