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Da Ottobre 10, 2024 a Ottobre 13, 2024

Frieze Masters 2024

Mazzoleni è lieta di tornare a Frieze Masters questo ottobre, presentando una selezione di opere di Giorgio de Chirico, Andy Warhol, Carla Accardi, Mel Bochner, Alighiero Boetti, Salvo, Lucio Fontana, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Alberto Burri.

Frieze Masters | Regent’s Park, Londra | Booth B1
Anteprima VIP (su invito): 9 – 10 ottobre
Giorni aperti al pubblico: 10 – 13 ottobre

Official Frieze Masters website 

Fra le opere salienti dello stand figurano Le muse inquietanti di De Chirico (1959) e Warhol’s Disquieting Muses (After de Chirico) (1982) di Andy Wahrol. Questi lavori saranno esposti uno accanto all’altro, offrendo così l’opportunità di indagare sia il capolavoro che ispirò Wahrol sia il suo risultato. Tale accostamento continua l’esplorazione della persistente influenza dell’antico sul canone artistico, come raccontato anche dalla prossima mostra di Mazzoleni Mythology Reinterpreted: A Journey through Ancient Inspiration in Modern & Contemporary Art. 

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Andy Warhol , 1928 - 1987
Disquieting Muses (After de Chirico), 1982
Acrylic and silkscreen ink on canvas
127 x 107 cm

“Ogni volta che vedevo i dipinti di de Chirico mi sentivo vicino a lui. Ogni volta che lo vedevo sentivo di conoscerlo da sempre…”

– Andy Warhol

Una selezione di opere di Carla Accardi (1924-2014), celebre per il suo astrattismo calligrafico, sarà esposta per celebrare il centenario della nascita dell’artista. Queste opere esemplificano l’approccio unico di Accardi all’interazione con il fruitore, che si sostanzia nell’utilizzo di un linguaggio artistico monocromatico formato da segni, che esplora spazi sia positivi che negativi.

Carla Accardi, 1224 - 2014
Untitled, 1997
Vinylic on canvas
50 x 70 cm

L’artista concettuale americano Mel Bochner (1940), come Accardi, trovò nelle relazioni fra linguaggio, spazio e colore una grande fonte di ispirazione, temi presenti in gran parte dei suoi lavori. In Blah Blah Blah (2014), parte di una serie di opere omonime, ci invita a prendere in considerazione il ruolo del linguaggio nelle nostre vite. 

Mel Bochner, b.1940
Blah, Blah, Blah, 2014
Oil on canvas
27.9 x 35.6 cm

“’Blah Blah Blah’ è il buco nero del linguaggio”

– Mel Bochner

Alighiero Boetti, 1940 - 1994
Un pozzo senza fine, 1991
Embroidery
24 x 24 cm

L’esplorazione del linguaggio di Alighiero Boetti (1940 – 1994) prende forma nelle sue opere ricamate concepite negli anni Settanta, che propongono allo spettatore enigmi composti da  brevi frasi, detti invertiti e giochi di parole. In questa occasione, saranno presentate opere ricamate negli anni successivi, fra cui Un pozzo senza fine (1991).

Salvo , 1947 - 2015
Ottobre forse Novembre, 2001
Oil on canvas
80 x 100 cm

“Ogni soggetto portato alla sua massima tensione, alla sua estrema libertà cromatica”

– Salvo

Nonostante le carriere di Boetti e Salvo (1947-2015) fossero state strettamente legate negli anni Sessanta, negli anni Settanta Salvo si distanziò dall’arte concettuale, per creare vedute cittadine e paesaggi immaginari iperesaturi. In questi paesaggi, il tempo si ferma grazie all’abilità unica di Salvo di catturare la luce di uno specifico istante attraverso l’uso di colori psichedelici. Ciò si riflette in Ottobre forse Novembre (2001), in cui l’osservatore è trasportato in un mondo immaginifico.  

Lucio Fontana, 1899 - 1968
Concetto Spaziale, Natura, 1967
Polished brass
27 x 22 x 22 cm (each)

L’opera di Lucio Fontana (1899-1968) ha trasceso il mezzo della tela, rivoluzionando l’essenza stessa del medium artistico. Fontana concepiva l’arte come una dimensione dinamica dello spazio pittorico; un tipo di pratica che su cui ha fatto chiarezza nella sua Teoria dello Spazialismo. Sebbene sia forse maggiormente conosciuto per le sue tele forate o tagliate, motivi visivi simili sono presenti anche in sculture come Concetto Spaziale, Natura (1899 – 1968), in cui le sfere di bronzo sono fisicamente modificate in modo simile.

In dialogo con Fontana, anche l’opera di Alberto Burri (1915-1995) rappresenta una liberazione dalla tela e dalla pittura, spingendo la propria indagine oltre i confini materici e gestuali.  Così in Nero Cretto (1978) è espresso il potenziale illimitato della materia grazie all’impiego di acrovinile e Celotex.

Alberto Burri, 1915 - 1995
Nero Cretto, 1978
Acrovinyl on Celotex
51.5 x 71.5 cm

“La mia pittura è una realtà che è parte di me stesso, una realtà che non posso rivelare con parole.”

– Alberto Burri

Agostino Bonalumi , 1935 - 2013
Bianco, 1973
Vinyl tempera on shaped canvas
80 x 80 cm

Proseguendo questo percorso di “liberazione” dalla tela, ogni opera di Agostino Bonalumi (1935-2013) nasce dal dialogo fra delle pressioni interne e la resistenza esterna che la superficie della tela vi oppone. Bianco (1973) non fa eccezione, con le sue stecche di legno parallele che estendono la tela in uno spazio tridimensionale. Questa estensione converge con la natura monocromatica dell’opera, producendo ombre variabili che provocano cambiamenti nell’intensità del suo colore.

Enrico Castellani, 1930-2017
Superficie bifronte in alluminio, 2008
Enamel on double sided cast aluminium
58.5 x 58.5 x 6 cm Base: 8.5 x 69 x 18.5 cm

Le sculture murali in alluminio fuso di Enrico Castellani (1930–2017) fanno parte di una serie creata tra il 2006 e il 2013. Queste opere presentano legami fondamentali con le sue sperimentazioni iniziali e mostrano la sua capacità di forzare anche I limiti della materialità e dello spazio. A partire dai primi anni Sessanta, Castellani ha sperimentato con materiali come ottone, zinco, bronzo e altre sostanze malleabili, producendo piccole raccolte di opere. La sua più recente serie in alluminio è stata ispirata dalla sua fascinazione di lunga data per le superfici specchiate e dalle esperienze precedenti con il vetro dotato di un interno argentato.

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