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Da Novembre 1, 2024 a Novembre 3, 2024

Artissima 2024

Salvatore Astore | Iran do Espírito Santo | Andrea Francolino | Melissa McGill | Rebecca Moccia | David Reimondo | Marinella Senatore | Massimo Vitali 

Il progetto curato da Mazzoleni per Artissima 2024 si propone di esplorare la pratica di artisti contemporanei italiani e internazionali, i cui lavori si immergono nell’intersezione tra immaginazione e realtà, tra lo spazio cosmico e universale e quello terreno. Attraverso un’ampia varietà di tecniche e linguaggi artistici, la presentazione mira a stimolare una riflessione profonda sulla nostra percezione del mondo e sulle sottili connessioni esistenti o tra l’immaginazione individuale e la realtà collettiva.

OVAL Lingotto Fiere, Torino | Booth Corridoio Bianco 13, Viola 14
1 – 3 Novembre 2024
Preview: 31 Ottobre (solo su invito)

Esempio di questa connessione tra il piano cosmico e quello terrestre, i lavori su carta e mappe dell’artista americana Melissa McGill fanno parte di un più ampio progetto di water storytelling, che ripercorre le tracce di un’ancestrale connessione tra la costellazione Eridanus e il fiume Po. Protagonista anche della mostra autunnale da Mazzoleni, Eridanus: The River Constellation, aperta dal 30 ottobre al 4 Febbraio 2025, questo nucleo di opere prende il titolo da Eridanus, una delle maggiori costellazioni celesti dell’emisfero australe, rappresentato in molte culture come un fiume, e dal quale prende il nome il fiume Po.

Melissa McGill, b. 1969
Source, V, 2024
Water, organic indigo, homemade soy milk and vinegar on Yupo
150 x 323 x 50 cm - - 59 x 127 1/8 x 19 3/4 in

I dipinti, creati con acqua e pigmenti naturali raccolti anche lungo il corso del fiume Po e sul delta (come in Source, V (2024)), sono ispirati dalle linee d’acqua del fiume, e prendono la forma scultorea delle montagne e dei paesaggi che l’artista ha percorso durante la sua ricerca.

Iran do Espírito Santo, b. 1963
E. P. 2, 2014
Latex paint on paper
104 x 154 cm

A sottolineare ulteriormente il dialogo tra realtà e illusione, Mazzoleni è lieta di presentare il lavoro di Iran do Espírito Santo, nella cui pratica esiste un’inscindibile correlazione tra questi elementi. Ogni scultura è la rappresentazione accurata nelle forme e nelle proporzioni di un oggetto reale, ma allo stesso tempo gioca con la scala e la materialità. Da tre decenni questa è una strategia costante dell’artista, che esplora oggetti ordinari solitamente trascurati a causa della loro consuetudine. Con la scelta dei materiali, Espírito Santo fa convergere la tangibilità della materia e la natura concettuale degli oggetti, utilizzando le definizioni geometriche che sono implicite in essi come in Drops 2024 (2024). Quest’opera segna un ritorno alla serie iconica che è stata esposta in tutto il mondo in installazioni site-specific nel 1997 e nel 2005.

Iran do Espírito Santo, b. 1963
Drops 2024, 2024
Aluminum
40 x 40 x 40 cm (each)

Realizzando i dadi in alluminio massiccio, Espírito Santo supera la loro funzione tradizionale: le due forze che un tempo si contrapponevano sono ora fermate dalla solidità della struttura, dalla quale emerge una riflessione sull’idea di caso e sulla sua conseguente negazione, mentre la ripetizione impeccabile delle forme dei dadi trasforma “oggetti di design quotidiani in icone di pura contemplazione” (Lilian Tone, 2006).

Salvatore Astore, b. 1957
Corpo Unico, 2024
Satin welded and painted stainless steel
200 x 100 x 33 cm - - 78 3/4 x 39 3/8 x 13 in

L’indagine sull’uomo e sulla materia trova riscontro nella pratica di Salvatore Astore, che è stata definita come “minimalismo organico.” Temi come materia, peso, forma, vuoto e pienezza sono al centro della sua ricerca. L’atmosfera della sua opera è ancestrale, con riferimenti che spaziano dai fossili, ai megaliti preistorici, alle forme organiche umane e animali fino ai metalli – in particolare l’acciaio e, più recentemente, il bronzo – parlando in modo ampio e profondo dell’umanità e del suo rapporto con il mondo (Corpo unico (2024)).

La trasformazione e la relazione tra individui e comunità sono al centro dell’opera di Marinella Senatore. Dalle sculture di luce ai collage, il pensiero logico-razionale dell’artista si proietta nel desiderio di coinvolgimento del pubblico, verso cui l’artista svolge un ruolo di “attivatore” facendosi portavoce di istanze sociali e stimolando la partecipazione e la spontanea espressione individuale e collettiva.

Marinella Senatore, 1977
We Rise by Lifting Others, 2023
Neon mounted on steel structure
110x120x15 cm - 43 1/4 x 47 1/4 x 5 7/8 in
Marinella Senatore, 1977
The School of Narrative Dance, 2019
Collage on mohair recycled paper
71 x 101 cm - - 28 x 39 3/4 in
Marinella Senatore, 1977
Opera Opera!, 2024
Collage and gold leaf on wooden board
100 x 70 cm - - 39 3/8 x 27 1/2 in

Ad Artissima verranno presentate anche le opere più recenti dell’artista, come Opera Opera!, 2024. Queste opere seguono il percorso iniziato da Senatore con i collage realizzati per la Sta­gione 2022/2023 dell’Opera di Roma , in collaborazione con il MAXXI. Spartiti musicali, citazioni e figure in movimento, tratte dall’archivio dell’artista e della School of Narrative Dance, si muovono nello spazio evocando ancora una volta l’invito alla partecipazione attiva.

Le relazioni sono anche al centro della ricerca di Rebecca Moccia, che riflette, con il suo progetto Ministries of Loneliness, sulle strutture politiche e sociali che danno forma allo stato emotivo della solitudine e alla sua percezione nella società contemporanea.

Rebecca Moccia, b. 1992
Cold As You Are (Winter Landscape), 2024
Thermal picture printed on cotton paper and woven fabric
70 x 100 cm - - 27 1/2 x 39 3/8 in

Nel settembre 2024, ha inaugurato il Padiglione italiano della Biennale di Gwanju, prodotto dall’istituto Italiano di Cultura. Il progetto, curato da  Soik Jung, presenta la ricerca site-specific dell’artista sul tema della solitudine per come viene vissuta dai coreani. Nei mesi trascorsi in Corea, Moccia ha realizzato una serie di workshops coinvolgendo gli studenti del Seoul Institute of the Arts, che hanno contribuito anche come co-ricercatori per trovare e documentare luoghi, storie, situazioni e media che rivelano le radici e lo sviluppo della solitudine nel paese, qui esemplificati dall’opera Cold As You Are (Cherry Blossom) (2024).

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