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Da Marzo 28, 2024 a Marzo 30, 2024

Art Basel Hong Kong 2024

 AGOSTINO BONALUMI | LUCIO FONTANA | ALEX KATZ | GIORGIO MORANDI | SALVO | VICTOR VASARELY | GIANFRANCO ZAPPETTINI

In occasione di Art Basel Hong Kong 2024, Mazzoleni presenta un progetto collettivo che mette in luce i percorsi salienti dell’arte italiana del Novecento, tracciando parallelismi e distinzioni tra i protagonisti del secolo e intrecciando al contempo punti di contatto fondamentali con la scena artistica internazionale. Saranno presenti opere, tra gli altri, di Agostino Bonalumi, Lucio Fontana, Salvo, Victor Vasarely e Gianfranco Zappettini.

Art Basel Hong Kong 2024 | Convention & Exhibition Centre, Wan Chai, HK | Booth 3E09

Public Days: 28 – 30 marzo

Lucio Fontana, 1899 - 1968
Concetto Spaziale, Natura, 1967
Polished brass
27 x 22 x 22 cm (each) - 10 5/8 x 8 5/8 x 8 5/8 in (each)

Le opere della serie Natura che Fontana produce dalla fine degli anni Cinquanta consistono in sculture in terracotta o in bronzo dalla forma di ciottoli dalla superficie uniforme o simili a conchiglie, in seguito definite dallo stesso Fontana “palloni”. Questi lavori riflettono in gran parte pensieri sul cosmo, un tema a cui l’artista spesso allude, e sono in linea con gli ideali di viaggio nello spazio in voga negli anni Sessanta.
Nel 1962 Fontana passa al design di gioielli, creando piccole serie di forme in argento e lacca applicate ad anelli e bracciali, anch’esse ispirate ai viaggi spaziali. Allo stesso tempo, introduce nuove ceramiche smaltate, spesso con linee laterali che alludono a crateri informi, che riecheggiano i suoi dipinti . È nel 1967, tuttavia, che le sculture ovali segnate da un taglio fanno la loro comparsa, non solo negli anelli di Fontana, ma anche in opere in ottone come Concetto Spaziale, Natura (1967) e nella piccola serie di gioielli prodotti in questo periodo.

Agostino Bonalumi, 1935-2013
Bronzo, 1969-2007
Bronze
60 x 58 x 58 cm - 23 5/8 x 22 7/8 x 22 7/8 in

Per Agostino Bonalumi la scultura è un tentativo di coniugare razionalità e sensorialità nella complessità di una forma che è al tempo stesso distillato e origine della realtà. Nelle sculture in bronzo la luce si sovrappone al riflesso della materia stessa, accentuando ulteriormente il rapporto tra realtà e apparenza, aggiungendo la rifrazione alla naturale ombreggiatura delle curve scultuoree.
Emblematica a questo proposito è Bronzo. La superficie della scultura prende vita grazie alla luminosità dell’ambiente circostante che si scompone e si moltiplica in riflessi e rifrazioni.

Agostino Bonalumi, 1935 - 2013
Rosso, 1974
Shaped canvas and vinyl tempera
160 x 120 cm - 63 x 47 1/4 in

All’inizio degli anni Settanta Bonalumi inizia a sviluppare un nuovo ciclo di opere a “griglia”, che porterà avanti fino al 1989.
L’idea era quella di rendere la forma estroflessa un tutt’uno con il suo supporto, un’unità inscindibile, una monade perfetta indipendente da se stessa.
Nell’opera Rosso l’artista trasforma la tela in una spazialità volumetrica definita “oggettuale”, in cui non esiste alcuna volontà rappresentativa o referenziale del mondo esterno. Il celebre critico italiano Gillo Dorfles definirà i risultati di questa ricerca “auto-iconici”, sottolineando il loro aspetto di auto-rappresentazione e la loro vocazione autoreferenziale.

Salvo, 1947-2015
Mediterraneo, 2009
Oil on canvas
60 x 50 cm - 23 5/8 x 19 3/4 in

Nei dipinti di Salvo la luce gioca un ruolo fondamentale nel definire i contorni morbidi del paesaggio, che si estende su orizzonti irreali.
L’uso di colori iper-saturi aggiunge anche un elemento fantastico, conferendo ai paesaggi raffigurati un carattere surreale.
Le rappresentazioni di Salvo di scene rurali, illuminate dalle tonalità mutevoli del tramonto e dell’alba, assumono un aspetto fantastico grazie all’uso di colori brillanti artificiali, che catturano l’essenza ultraterrena nascosta dell’ordinario. La tavolozza vibrante avvolge lo spettatore in un paesaggio illusorio, trasportandolo in un mondo immaginario.

Gianfranco Zappettini, b. 1939
Strutture in BX 024_67, 1967
Acrylic on canvas and plastic material
80 x 80 cm - 31 1/2 x 31 1/2 in
Gianfranco Zappettini, b. 1939
Strutture in BX 2, 1967
Acrylic on canvas and plastic material
80 x 80 cm - 31 1/2 x 31 1/2 in

Questi primi dipinti di Gianfranco Zappettini, degli anni ’60, costituiscono una serie caratterizzata da opere in acrilico e polimeri plastici chiamate Strutture.
Ciò che è visibile nell’arte di Zappettini  è sempre influenzato da quel che non si vede. Ecco perché non c’è nulla di estetico o volutamente bello nei suoi lavori. In questi lavori in particolare, la preferenza per i materiali industriali o di uso quotidiano rispetto ai mezzi più convenzionali della pittura tradizionale, è un’ulteriore prova dell’intenzione dell’artista e della sua costante ricerca e sperimentazione. L’uso di plastiche, resine, acrilici e vernici per muratura è funzionale alla “manifestazione” visiva del processo creativo nella sua forma più pura.

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