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Da Maggio 5, 2016 a Luglio 10, 2016

Gianfranco Zappettini

Dal 5 maggio 2016, nel suo storico spazio in Piazza Solferino 2 a Torino, Mazzoleni Galleria d’Arte presenta per la prima volta un’ampia personale dedicata a Gianfranco Zappettini a cura di Alberto Fiz.
La mostra propone una selezione di 50 opere, dalle Vibrazioni su superfici acriliche del 1967 per giungere alle testimonianze del 2016 della serie La Trama e l’Ordito. Un excursus completo sull’opera di un artista che si è distinto come uno dei protagonisti della Pittura Analitica, il movimento a cui Mazzoleni dedica, nella sua sede londinese, la prima rassegna mai ospitata in Inghilterra (18 maggio – 23 luglio 2016).
Gianfranco Zappettini ha svolto anche un ruolo chiave come teorico della Pittura Analitica e nel luglio 1974, scriveva: “Solo attraverso un’indagine analitica che affronti il problema della pittura in quanto pittura, ovvero del materiale, del modo di operarlo, del lavoro che esso implica, della superficie di stesura, della dimensione, si può ricostruire un nuovo linguaggio, veramente autonomo, non mutuato da altre discipline.”
Nella mostra torinese non mancano le più significative sperimentazioni degli anni Settanta quando Zappettini inizia a realizzare i suoi “bianchi” – superfici apparentemente monocrome, attraversate da presenze di linee più luminose – in base ad una ricerca che risale a Piero Manzoni e a Robert Ryman.
Si prosegue poi con le Tele sovrapposte, un ciclo presentato a Documenta di Kassel nel 1977, dove su uno stesso telaio, Zappettini sovrappone più tele, su cui traccia anonime linee a grafite in numero sempre decrescente, fino all’ultima tela nella quale rimane solo la delimitazione dello spazio.
Ampio e articolato è il ciclo de La Trama e l’Ordito iniziato nel 2004: l’ordito, con la sua fissa verticalità, rimanda all’elemento immutabile; mentre la trama, formata dal filo orizzontale che si intreccia con l’ordito, simboleggia l’elemento variabile, contingente, accidentale. Questa serie rappresenta l’occasione per ripensare, senza condizionamenti, a sovrapposizioni di linee verticali e orizzontali, ad infiniti tracciati e a linee di forza che tendono a modificare gli equilibri interni dell’opera in una ritmica tensione tra pieno e vuoto.
La produzione recente ci introduce alle opere dell’ultimo biennio che, caratterizzate da leggerezza e trasparenza, sembrano rimandare alle Tele sovrapposte degli anni Settanta.
La sovrapposizione dei wallnet – reti in fibra di vetro utilizzate nell’edilizia per armare i muri – dipinti con il rullo da imbianchino, nasconde le figure geometriche in realizzazioni dall’aspetto tattile e sensoriale dove compaiono rettangoli, rombi, o più frequentemente cerchi. Un percorso creativo avviato alla fine degli anni Sessanta che consente una riflessione profonda e quanto mai attuale sul media pittorico, attraverso una ricerca autonoma e coraggiosa che non ha mai tradito i suoi presupposti.

Come afferma Alberto Fiz “La primarietà delle scelte (i colori industriali, la sostituzione del pennello con il rullo da imbianchino) e l’analisi degli elementi linguistici di base che interagiscono tra loro, conducono verso una visione consapevole che consente di verificare i dati fondamentali della pittura producendo un risultato di gran lunga superiore ai dati di partenza. L’artista prevede le costanti d’intervento e con esse lo scarto rispetto ad un’idea che ogni volta ha la necessità di trovare una conferma.”
Il catalogo, in italiano e inglese, è pubblicato da Carlo Cambi editore e include un saggio di Alberto Fiz, insieme a lettere e documenti inediti.

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