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Da Ottobre 25, 2008 a Gennaio 15, 2009

Agostino Bonalumi

Alla fine degli anni Cinquanta a Milano Agostino Bonalumi (nato a Vimercate nel 1935) è insieme a Enrico Castellani e Piero Manzoni tra i principali protagonisti della svolta radicale che si oppone alla allora dominante tendenza informale segnica e materica connotata dall’esaltazione dell’espressività soggettiva. Bonalumi, la cui ricerca è vicina a quella di Castellani (e influenzata in parte da Fontana), dopo una fase giovanile ancora legata all’informale, inizia a realizzare opere rigorosamente autoreferenziali, monocrome, in cui la classica bidimensionalità della tela si apre alla tridimensione attraverso essenziali e libere configurazioni astratteggianti . Queste opere definite da Bonalumi “estroflessioni” sono delle vere e proprie “pitture-oggetto” formate da tele tese su dei particolari telai strutturati con elementi aggettanti che determinano, da sotto, le configurazioni in rilievo delle composizioni. Questo procedimento consente all’artista di modulare con una raffinata articolazione di estroflessioni e introflessioni le superfici in chiave volumetrica creando una dimensione spaziale che prende vita dal mutevole gioco di luci e di ombre .
La sua sperimentazione creativa si è sviluppata negli anni fino ad oggi con straordinaria coerenza, ma anche con meditate evoluzioni innovative. In varie occasioni Bonalumi ha dilatato la tensione spaziale dei suoi lavori fino a realizzare dei grandi ambienti, come nel caso della abbastanza recente mostra personale alla Fondazione Guggenheim di Venezia (2002) che, insieme alla importante antologica del 2004 all’Institut Mathildenhoe di Darmstadt, ha segnato il grande ritorno di attenzione per la sua opera.
A Torino l’artista ha esposto in passato in varie collettive, ma soltanto due sono state le personali (nel 1967 al Punto e nel 1970 alla Bussola). E dunque questa mostra antologica alla Mazzoleni Arte Moderna è un evento culturale particolarmente significativo.
Vengono proposte in questa occasione circa cinquanta opere tutte di grande qualità. L’esposizione mette a fuoco in modo abbastanza esaustivo le principali fasi della ricerca del maestro a cominciare da un gruppo di lavori ormai storici degli anni Sessanta e Settanta come “Nero” (1967), “Bianco e nero” (1968) una delle poche non monocrome, “Bianco” (1971) e il grande “Blu” (1973) in tela estroflessa e smalto di quasi due metri per tre. Anche le opere più recenti del 2007 e 2008 , sono di grande interesse perché segnano uno sviluppo estremamente vitale con modulazioni formali più fluide e imprevedibili. Sono composizioni come sempre monocromatiche (blu, verdi, bianche, magenta, gialle, rosse) che dimostrano l’inesauribile energia plastica e cromatica del metodo creativo di Bonalumi.
Il catalogo, con testi di Marco Meneguzzo e Francesco Poli, documenta con immagini a colori tutte le opere in mostra.

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