Giorgio de Chirico

Giorgio de Chirico nasce a Volo in Grecia, il 10 luglio 1888, da genitori italiani. Ad Atene frequenta il Politecnico dal 1903 al 1906, anno in cui dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre e il fratello minore Andrea a Monaco di Baviera. Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti, dedicandosi allo studio di Arnold Böcklin e Max Klinger, e alla lettura di autori quali Nietzsche, Schopenhauer e Weininger. Nel 1909 la famiglia si trasferisce a Milano e l’anno successivo a Firenze. De Chirico scriverà più tardi nelle sue Memorie: “A Firenze la mia salute peggiorò; dipingevo qualche volta quadri di piccole dimensioni; il periodo böckliniano era passato ed avevo cominciato a dipingere soggetti ove cercavo di esprimere quel forte e misterioso sentimento che avevo scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle città italiane”. Nasce così il suo primo quadro metafisico: L’énigme d‘un après-midi d’automne ispirato da una visione avuta in Piazza Santa Croce.
Nel 1911 arriva a Parigi dove svilupperà il tema della Piazza d’Italia. Partecipa per la prima volta al Salon d’Automne del 1912. Nel marzo 1913 espone al Salon des Indépendants. È notato da Picasso e da Apollinaire che lo definisce: “il pittore più sorprendente della giovane generazione”. De Chirico presenta il fratello Savinio ad Apollinaire a fine gennaio e con lui frequenta gli incontri «Les Soirées de Paris», dove conosce Paul Guillaume, suo primo mercante. In quell’ambito fa la conoscenza di Ardengo Soffici, Constantin Brancusi, Max Jacob e André Derain. Dipinge il famoso Portrait de Guillaume Apollinaire; il poeta gli dedicherà l’anno successivo il poema Océan de Terre. Inizia il ciclo iconografico dei Manichini.
Nel maggio del 1915 de Chirico e Savinio rientrano in Italia per presentarsi alle autorità militari di Firenze e, in seguito, sono trasferiti a Ferrara, dove Giorgio viene assunto come scritturale. Comincia a dipingere i primi Interni metafisici. Nello stesso periodo realizza anche Il grande metafisico, Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le muse inquietanti. Nel 1917 trascorre qualche mese presso l’ospedale militare Villa del Seminario per malattie nervose, dove si trova anche Carlo Carrà. Entra in contatto con l’ambiente Dada di Tristan Tzara e della rivista «Dada 2».
Nel 1919 ha luogo a Roma la sua prima mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia. Scrive su varie riviste ove pubblica saggi su Raffaello, Böcklin, Klinger, Previati, Renoir, Gauguin e Morandi. Nel 1922 viene inaugurata un’importante personale alla Galerie Paul Guillaume di Parigi in cui sono esposte cinquantacinque opere; André Breton ne firma la presentazione. Nel 1923 partecipa alla XIV Biennale di Venezia.
Inizia in questi anni la ricerca sulla Metafisica della luce e del mito mediterraneo, dando origine a temi come gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle e i Gladiatori. In occasione di una sua personale alla Galerie Léonce Rosenberg i surrealisti criticano duramente le più recenti opere dell’artista. La frattura con i surrealisti è ormai totale e destinata ad aggravarsi negli anni successivi. Espone intanto in Italia e all’estero a Parigi, Berlino, Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Londra e New York.
Espone alla XVIII Biennale di Venezia nella sala dedicata agli artisti italiani di Parigi.
Nell’agosto del 1936 parte per New York, nel 1938 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, per poi trasferirsi a Parigi. Nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Il fotografo Irving Penn lo ritrae tra il celebrativo e l’ironico con la corona d’alloro. Nel 1945 pubblica i testi autobiografici: Memorie della mia vita e 1918-1925 – Ricordi di Roma. Intensifica la sua ricerca sui maestri antichi eseguendo d’après da Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet.
Alla fine del 1948 viene nominato membro della Royal Society of British Artists e nel 1949 allestisce una personale in questa prestigiosa sede.
In seguito a un periodo che lo trova impegnato con alcuni contratti di committenza, l’ottantenne artista riacquista una tranquillità lavorativa e inizia un nuovo periodo di ricerca conosciuto come la Neometafisica, durante il quale dipinge opere sulla meditazione e la rielaborazione di soggetti della sua pittura e arte grafica degli anni Dieci, Venti e Trenta.
Nel 1970 a Palazzo Reale di Milano, si svolge un’importante antologica dell’artista. L’anno successivo ha luogo la mostra De Chirico by de Chirico al New York Cultural Center con 182 opere della collezione del Maestro, tra dipinti, disegni, sculture e litografie. De Chirico si reca a New York per l’occasione. Nel 1974, viene insignito del titolo di Accademico di Francia. Il 20 novembre 1978 Giorgio de Chirico si spegne a Roma all’età di 90 anni.