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Giacomo Balla

Ho sempre dipinto, sto dipingendo, dipingerò fino all’ultimo istante

Giacomo Balla nasce a Torino il 18 luglio 1871. Si forma all’Accademia Albertina di Belle Arti e al Liceo Artistico di Torino e nel 1891 espone per la prima volta in una mostra patrocinata dalla Società Promotrice di Belle Arti. Dal 1892 frequenta l’università degli studi di Torino, dove insegna anche Cesare Lombroso. Non è certo che Balla seguisse le lezioni di Lombroso, ma certamente si formò nel clima di positivismo scientifico, inteso con diffidenza per le vaghezze idealistiche e per le nebbie della metafisica; concetti che inspireranno Balla negli anni di maggiore incisività creativa.
Nel 1895 si trasferisce a Roma dove continua la sua formazione e in particolare l’interesse per i codici della fotografia sperimentale, realistica e di ricerca. La sua pittura tende a trasporre gli aspetti più inediti dei nuovi codici visivi della fotografia, sia nel colore che nella composizione.
Nel 1900 l’artista trascorre a Parigi un periodo di sette mesi in cui sperimenta la dimensione urbana della metropoli moderna, e dove visiterà l’Esposizione Universale e l’esperienza diretta degli ultimi sviluppi dell’impressionismo; nel 1902 sarà tra i partecipanti, a Torino, della Quadriennale di Torino, in concomitanza con la celebre Esposizione Universale delle Arti Decorative. Qui il giovane Balla incontra Il quarto stato da Pelizza da Volpedo e il divisionismo: è da questo momento che lpartista passa a un divisionismo più estremo, lucido e sistematico.


Negli anni seguenti, nel suo studio si formeranno Gino Severini e Umberto Boccioni, mentre le opere di Balla saranno esposte all’ Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia e (1903) al Glaspalast di Monaco. Nel 1904 partecipa alla Internationale Kunstausstellung di Düsseldorf e nel 1909 espone al Salon d’Automne di Parigi.
La sua ricerca è ora alle soglie del futurismo; sarà proprio l’allievo Boccioni a coinvolgere il maestro:
nel 1910 Balla firma il secondo manifesto della pittura futurista con Boccioni, Severini, Carlo Carrà e Luigi Russolo, ma esporrà con i futuristi soltanto a partire dal 1913.
Nel 1912 soggiorna a Londra e a Düsseldorf dove dipinge i suoi primi studi astratti sulla luce, legati alla continua ricerca sulla pittura cronofotografica approdando alle celebri Compenetrazioni iridescenti . Tra il 1912 e il 1914, dopo aver conosciuto le fotografie fotodinamiche dei fratelli bragaglia, studia il movimento e la “linea di velocità”, approdando alle opere sulle automobili in movimento.  Nel 1914 si cimenta per la prima volta con la scultura, che presenta alla Prima esposizione libera futurista, presso la Galleria Sprovieri di Roma. Inoltre, progetta e decora mobili futuristi e disegna gli abiti futuristi “antineutrali”. Con Fortunato Depero redige nel 1915 il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo. Nello stesso anno tiene le sue prime personali alla Società Italiana Lampade Elettriche “Z” e alla Sala d’Arte A. Angelelli di Roma. Le sue opere vengono esposte anche alla Panama Pacific International Exposition di San Francisco nel 1915 e nel 1918 una sua personale è organizzata dalla Casa d’Arte Bragaglia di Roma. Successivamente l’artista continua ad esporre in Europa e negli Stati Uniti e nel 1935 viene nominato membro dell’Accademia di San Luca a Roma, città in cui muore il primo marzo 1958.

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