Getulio Alviani

L’arte per me è sempre stata progetto

Getulio Alviani nasce a Udine il 5 settembre 1939.
La sua formazione si svolge in studi di architettura e nel campo dell’industrial design. Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, rivolge la sua ricerca alle complesse relazioni tra costruzione e realizzazione, lavorando in equipe con scultori, architetti e designer, ma anche tecnici specializzati e fornitori di materiali, in una approfondita indagine dei meccanismi cognitivi e percettivi legati al concetto di Gestalt (forma). Tra il 59’ e il 60’,  il curatore della Galleria d’Arte Moderna di Lubiana visita il laboratorio tecnico, in Friuli, dove l’appena ventenne Alviani collabora; ne nascerà la prima personale dell’artista alla Galleria Mala di Lubiana, nel 1961.
La mostra è l’inizio di un percorso di ricerca nel campo dell’arte, fino a quel momento un mondo distante: “il mio interesse per l’arte…era legato alle cose che facevo in architettura e alle sperimentazioni di laboratorio” (in Getulio Alviani. Cat. della mostra a cura di Giacinto di Pietrantonio, GAMec Bergamo, Skira 2005). L’attenzione al rigore teorico e alla precisione formale avvicinano Getulio Alviani al clima artistico che in quegli anni sta determinando una delle svolte estetiche degli anni Sessanta: l’arte programmata e cinetica, di cui Alviani è tra i primi, più lucidi e costanti esponenti.
Sperimenta in quegli anni con la luce e le superfici riflettenti, in particolare le lastre d’alluminio: nascono così le Superfici a testura vibratile  , nelle quali la fresa modula la superficie per produrre diverse rifrazioni luminose al variare dell’angolo di osservazione.


Nel 1962 partecipa alla fondamentale mostra Arte programmata, ispirata da Bruno Munari e curata da Umberto Eco per la Olivetti di Ivrea, e nel 1965 è invitato al MOMA di New York per The Responsive Eye, la celebre mostra curata da William Seitz. Il museo acquisisce nello stesso anno una delle sue Superfici a testura vibratile.
Negli anni successivi la ricerca di Alviani includerà anche lo studio del rapporto tra luce, superfice e spazio. Conosce e frequenta assiduamente Lucio Fontana, Josef Albers e Max Bill, e la ricerca si evolverà nel tempo, mantenendo il medesimo rigore progettuale e formale, verso superfici bidimensionali ed illusorie, ricerche sulla tridimensionalità, ma anche sulla rifrazione del colore. Del 1969 è Interrelazione cromospeculare, un ambiente dinamico con pareti dipinte in colori primari e acciaio speculare che ruotano al passaggio del fruitore.
Personalità eclettica Getulio Alviani affiancherà nel tempo alla ricerca artistica interessi in altri campi, senza, peraltro, abbandonare mai l’industrial design: fu  fine collezionista, curatore, saggista, creatore di moda e gioielli, direttore della sezione pittura presso l’Accademia Carrara (1976-1981), direttore del Museum of Modern Art Fondazione Soto a Ciudad Bolivar (1981 – 1985).
Le sue opere sono nelle collezioni dei più importanti musei in Italia e nel mondo: MOMA e Smithsonian Cooper-Hewitt a New York; Lacma Los Angeles; Kunstmuseum, Düsseldorf; Victoria & Albert museum, London;  Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien; GNAM, di Roma, Mart di Rovereto; Gamec Bergamo; Museo Madre, Napoli e GAM di Torino.
Getulio Alviani muore a Milano il 24 febbraio 2018.

Fonti:

centro studi archivio e ricerche getulio alviani
Getulio Alviani. Cat. della mostra a cura di Giacinto di Pietrantonio, GAMec Bergamo, Skira 2005

Gallery

Getulio Alviani, 1939 - 2018
Cerchi Virtuali 1.2.3.4, 1967
Steel
60 x 60 x 10 cm - - 23 5/8 x 23 5/8 x 4 in
Getulio Alviani, 1939 - 2018
Rilievo speculare a elementi curvi, 1962/69
Steel
36 x 72 x 7 cm - - 14 1/8 x 28 3/8 x 2 3/4 in
Getulio Alviani, 1939 - 2018
Superficie a Testura Vibratile, Linea Luce dal Centro Progressiva Verticale, 1972
Aluminum
82 x 82 x 2 cm - 32 1/4 x 32 1/4 x 3/4 in
Cerchi virtuali, 1967
100 x 50 x 10 cm

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