Da Giugno 19, 2025 a Giugno 22, 2025

Art Basel 2025 | Galleries

Art Basel 2025 | Messe Basel, Basel, Switzerland
Galleries | Booth E11, Hall 2.0
Public Days: 19 -22 June

Mazzoleni torna ad Art Basel nel 2025, sia nella sezione Galleries che nella sezione Unlimited. Per la sezione Galleries, presenta il progetto Theatre as a Place for Art (Il Teatro come luogo per l’arte), che esplora la domanda: cos’è una fiera d’arte, se non un palcoscenico per una performance?
Grazie alle opere dei maestri italiani del XX secolo Giorgio de Chirico (1888-1978), Lucio Fontana (1899-1968), Alberto Burri (1915-1995), Piero Manzoni (1933-1963), Fausto Melotti (1901-1986), Agostino Bonalumi (1935-2013), e Salvo (1947-2015) – lo spazio espositivo si trasforma in una scenografia immersiva, nella quale i visitatori sono chiamati anche a partecipare come interpreti. La stessa struttura del booth è direttamente ispirata al design del Teatro Continuo (1973) di Alberto Burri.

Noi amiamo il non vero. Noi amiamo tutto ciò che ci ricorda la nostra vita, ma che non è la nostra vita; noi amiamo la finzione.

(Giorgio de Chirico, 1942)

Giorgio de Chirico ebbe una carriera prolifica nel teatro, collaborando dal 1920 in poi con sceneggiatori, direttori e musicisti di rilievo mondiale, come Luigi Pirandello, Serge Diaghilev, e Richard Georg Strauss.

Giorgio de Chirico, Donna della Folla. Da 'ANFIONE' Melodramma con coreografia di Aurelio M. Milloss. Musica di Arthur Honegger Milano, Teatro alla Scala, 1942. Courtesy Banca Monte dei Paschi
Giorgio de Chirico, 1888 - 1978
Gli archeologi – Amore e Musica, 1930s
Oil on canvas
65 x 54 cm - 25 5/8 x 21 1/4 in

L’intero corpus di opere di de Chirico riflette questa profonda connessione con il teatro, come evidente in Gli archeologi – Amore e Musica (1930 circa). Due manichini senza volto sono seduti rivolti verso lo spettatore, e nei loro torsi compaiono paesaggi metafisici. I corpi stessi sono spazi teatrali composti di elementi di “non vero” e di frammenti archeologici.

Lucio Fontana disegnò i costumi e le scenografie per lo spettacolo Ritratto di Don Chisciotte al Teatro alla Scala nel 1967. La recensione critica di Massimo Mila sull’ Espresso sottolineava che

Fontana ha fatto del palcoscenico come l’interno di una enorme scatola… popolata solo da forme astratte.

Lucio Fontana, 1899 - 1968
Concetto Spaziale (Teatrino), 1965
Waterpaint on canvas and lacquered wood
89.1 x 102.3 cm - - 35 1/8 x 40 1/4 in

Questa idea di “scatola” sembra direttamente connessa con Concetto spaziale, Teatrino (1965), caratterizzato da cornici simili a quinte in legno laccato e colori uniformi. I Teatrini rappresentano un’ipotesi di figurazione spaziale dove un fondo di un solo colore, solcato da buchi, è presentato come una sorta di cielo inquadrato da una cornice sagomata.

Scenography by Alberto Burri for L’avventura di un povero Cristiano [The Adventure of a Poor Christian], 1969 A production by the Istituto di Dramma Popolare for the XIII Festival of Theatre in San Miniato. Archivio Storico Fondazione Istituto Dramma Popolare, San Miniato (ETS)

La passione di Alberto Burri per il teatro, rafforzata dal matrimonio con Minsa Craig, è evidente nei numerosi progetti di scenografia seguiti dall’artista, a partire nel 1963 al Teatro La Scala. Nel 1969 disegnò le scenografie per L’avventura di un povero cristiano di Ignazio Silone, presentata al famoso festival Dramma Popolare di San Miniato (Pisa).

Alberto Burri, 1915 - 1995
Rosso Plastica, 1968
Plastic, acrylic, and combustion on cellotex
51 x 75 cm - - 20 1/8 x 29 1/2 in

Le immagini dello spettacolo svelano l’uso della plastica combusta, come in Rosso Plastica (1965).

Fausto Melotti, 1901–1986
La creazione del mondo, 1978
Brass, painted fabric and plaster
90 x 74 x 36 cm - - 35 3/8 x 29 1/8 x 14 1/8 in

Il linguaggio poetico di Fausto Melotti spesso richiama i ritmi e le astrazioni musicali della composizione teatrale, con la quale si sperimentò negli anni Ottanta. In La creazione del mondo (1978), gli elementi scultorei evocano un palcoscenico dove mito e realtà coesistono. La figura, parte totem, parte attore, emerge da quinte dorate come un personaggio pronto a entrare in scena, un teatro silenzioso sospeso tra movimento e immobilità.

La Base Magica – Scultura Vivente (datata originariamente 1961, exhibition copy) di Piero Manzoni enfatizza l’idea del booth come spazio teatrale.

Piero Manzoni, 1933-1963
Base magica - Scultura vivente, 1961
Wood and felt
60 x 79 x 79 cm - - 23 5/8 x 31 1/8 x 31 1/8 in

I visitatori sono invitati a salire sul piedistallo e diventare così protagonisti in fiera della propria performance. “Qualunque persona, qualsiasi oggetto vi fosse sopra era, finché vi restava, un’opera d’arte”, scrisse l’artista.

Alberto Burri, Teatro Continuo, Parco Sempione. Wiki Loves Monuments 2019. D. Maurelli
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